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COME ALLUNGARE LA VITA E CURARSI MEDIANTE PERIODICO DIGIUNO E RESTRIZIONE CALORICA – IL PIÚ EFFICACE PIANO ANTINVECCHIAMENTO NATURALE, SCIENTIFICAMENTE PROVATO

 

 
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Pratica del digiuno: principio del "passo per passo". 



PERIODO DI PREPARAZIONE:

Quando esistono molte "cattive" abitudini, occorre prepararsi piú a lungo. Eliminare alcool, nicotina, caffeina e zucchero, se possibile, aiuta molto; anche se molti scelgono di aspettare fino ai giorni di digiuno effettivo per sbarazzarsene. Carni rosse ed altri prodotti animali, compresi latticini e uova, si possono evitare per un giorno o due prima del digiuno. L' assunzione di altre aggiunte nutrizionali può pure essere ridotta il giorno prima del digiuno; queste di solito non sono consigliate durante un digiuno. Molte persone si trovano bene, preparandosi al digiuno con tre o quattro giorni di solo consumo di frutta e verdura. Ciò nutre e pian piano disintossica il corpo, cosicché lo stesso digiuno sarà meno intenso.

Chi è nuovo al digiuno deve andar piano nei vari passaggi, bisogna evitare di essere eccevvivamente impazienti, e cosí nel mentre impariamo qualcosa di noi stessi. A questo scopo, abbiamo bisogno di osservare o "ascoltare" il nostro corpo e perfino tenerne nota in un diario. Iniziamo a conoscerci veramente. Poi, una volta digiunato con successo, potremo continuare con un giorno di digiuno a settimana o un digiuno di tre giorni al mese se ne abbiamo bisogno. Ciò aiuta a ricollegarci con una dieta migliore e a rimotivarci verso il nostro obiettivo di ottima salute.

Un digiuno con succo, che io di solito consiglio, può durare di piú ed è molto piú facile per quasi tutti. I succhi freschi di frutta e verdura cruda sono consigliati dalla gran parte dei clinici e praticanti del digiuno.

Fondamentalmente dobbiamo procedere a un digiuno di un giorno, e poi qualche digiuno da due o tre giorni, con altri due o tre giorni fra loro in cui si consumino cibi ipocalorici, piú frutta e verdura cruda, fornendo anche dei liquidi di origine alcalina. In questo modo possiamo portarci ad un digiuno di 5-7 giorni. Se si va cosí piano nella transizione, anche un digiuno ad acqua può essere meno intenso e piú profondo per chi desidera una forte esperienza personale e spirituale.

Quanto dura tutto questo periodo di allenamento pre-digiuno, per arrivare ai digiuni standard di 7-14 giorni, 4–2 volte all' anno?  Noi pensiamo che 1-2 mesi bastino per l' "allenamento al digiuno".

Per condurre digiuni da 5-14 giorni, noi suggeriamo vivamente un monitoraggio medico ed una pausa dalla vita quotidiana. La cosa migliore: recarsi in un bel posto turistico (località antinvecchiamento) con del personale esperto, che vi assiste in qualunque momento sia necessario.

Il digiuno può essere piú difficile soprattutto per quelli che ne hanno piú bisogno, come i quotidiani consumatori dei "tre pasti piú spuntini", che mangiano ciò che vogliono e quando vogliono. Spesso queste persone devono iniziare con cambi di dieta piú delicati e prepararsi ancora piú lentamente al digiuno. Un piano di transizione che si può usare ancora prima di arrivare al digiuno di un giorno è il piano "un pasto al giorno". L' unico pasto giornaliero si consuma di solito intorno alle 15:00. Acqua, succhi, tè e pure un po' di frutta fresca o spuntini vegetali si possono prendere in altri orari. L' unico pasto pieno non è né eccessivo né ricco. Può essere un pasto di proteine e vegetali, per esempio pesce e insalata o ortaggi al vapore; oppure un pasto di amido e vegetali, ad esempio riso integrale e verdure miste al vapore, carote, sedano e zucchine. Chi segue questo piano inizia lentamente a disintossicarsi, perde un po' di peso, e dopo qualche giorno si sente abbastanza in forma. L' eventualità che si possano sviluppare dei sintomi forti, quali potrebbero capitare col digiuno, è minima con una transizione di questo tipo; e pure lo stesso digiuno, una volta iniziato, sarà gestito piú facilmente.

 
Metodo del digiuno terapeutico.

Il metodo del digiuno terapeutico prevede la piena astinenza dal cibo ed una serie di trattamenti di ripulitura e fisioterapia condotti al tempo stesso (clisteri, bagni, docce); quindi lo speciale programma nutrizionale di rialimentazione. Vi sono fondamentalmente tre periodi nella terapia del digiuno:

  • Periodo di preparazione,
  • Periodo di digiuno,
  • Periodo di rialimentazione.

Nel periodo preparatorio si effettua un complesso esame dei pazienti, per individuare indicazioni e controindicazioni al digiuno (vedi sotto). Se necessario, si prescrivono consulti presso specialisti (oculista, ginecologo, dentista, ecc), si esegue il trattamento dei focolai di infezioni croniche (igiene dentaria, tonsille, ecc.).

Il metodo del digiuno a molti pazienti sembra inconsueto. Proprio per questo l' uso effettivo del metodo necessita di una preparazione individuale e collettiva, specifica per questo tipo di trattamento. All' inizio del trattamento devono acquisire una certa conoscenza minima sul «digiunare per la salute», è necessario che capiscano molto semplicemente in che consiste il metodo, le fasi del trattamento, e che siano loro spiegati gli interventi di ripulitura. I pazienti devono desiderare la pratica del digiuno come metodo di trattamento terapeutico. Ciò comporta una consistente garanzia che il regime di trattamento sarà mantenuto. 

 
 

PERIODO DI DIGIUNO:

Il DIGIUNO pieno o umido (senza limitazione nell' assunzione d' acqua) è il piú diffuso nella pratica clinica del digiuno. Durante la preparazione si svolge un complesso esame dei pazienti, si trattano i focolai di infezioni croniche esistenti. Il giorno prima dell' inizio del digiuno il paziente non cena. Per la notte gli viene somministrato un clistere di pulizia di 2 litri d' acqua a temperatura ambiente. Al mattino seguente viene dato un sale lassativo: 40-50 g di solfato di magnesio sciolto in 200 ml di acqua calda. Da quel momento l' assunzione di cibo viene fermata completamente.

Il periodo di digiuno è dosato individualmente, a seconda dell' età, tipo di ricovero, condizione del paziente, come sopporta il digiuno. Si considera opportuno raggiungere la «crisi chetoacidosica», che si può osservare nella maggior parte dei pazienti a digiuno pieno intorno al 7-9° giorno. Di solito, 12-14 giorni di astinenza dall' assunzione di cibo sono sufficienti. Nel caso di asma bronchiale, poliartrite, psoriasi ed alcune altre malattie resistenti al trattamento farmacologico e con buona resistenza al digiuno terapeutico, è consigliabile estendere il periodo di digiuno a 18-21 giorni. Un periodo di digiuno piú lungo non è consigliabile, perché di solito mal sopportato dai pazienti.

I pazienti prendono non meno di 1-1,5 l al giorno di acqua purificata o dei tè leggeri e non dolci (infuso di menta, infuso di rosa canina, acqua minerale alcalina). Il consumo di caffè, alcool e il fumo sono assolutamente proibiti. Fin dal primo giorno di trattamento, l' assunzione di farmaci dev' essere per lo piú annullata. La vita dei pazienti dev' essere attiva come sempre. Si consiglia di passare la maggior parte della giornata all' aria aperta (passeggio, a prendere il sole e l' aria). Il sonno notturno dev 'essere sufficiente (non meno di 8-9 ore), in una stanza ben arieggiata. Si esegue poi tutto un complesso di trattamenti tonificanti (massaggio, ginnastica, nuoto), fisioterapeutici (lampada sollux, elettroforo, bagni con sali di conifera, ecc.) e di ripulitura (clistere quotidiano con 1-1,5 l d' acqua a temperatura ambiente, doccia circolare, doccia Sharko), prescritti individualmente secondo il tipo di ricovero e le condizioni dei pazienti.

Il "Medico del digiuno" esamina i pazienti quotidianamente, controlla il polso e la pressione arteriosa. Gli andamenti delle condizioni dei pazienti e la loro resistenza al digiuno sono registrati nelle loro cartelle. I pazienti dovranno compilare un modulo di auto-osservazione. L' esperienza clinica accumulata e i test di laboratorio dicono che nel digiuno si possono distinguere 3 fasi fondamentali.

1^ fase (euforia del cibo)

Dura per i primi 2-3 giorni. In questa fase i sintomi tipici sono i seguenti: attacchi di fame, mal di testa, debolezza, rottura del sonno. Molto spesso hanno reazioni acute alla vista e odore del cibo, o parlando di mangiare. Talvolta si notano: dolore in zona epigastrica, dolore da suzione allo stomaco, sensazione di malessere ed esagerata peristalsi degli intestini. Nell' acqua usata per i clisteri si osserva una consistente quantità di masse di feci. Si nota una rapida perdita di peso in questa 1^ fase del digiuno, specialmente in coloro che mangiano eccessivamente (perdita fino a 1-2 kg al giorno), dovuta soprattutto a perdita d' acqua. In questo periodo riveste un ruolo molto importante la distrazione dei pazienti dal pensare al cibo, camminare all' aria fresca, il lavoro psicoprofilattico di un medico (parlare dei vantaggi e benefici del digiuno). È auspicabile che i pazienti stiano in un' unica sala ed inizino il digiuno insieme. Ed è pure consigliabile avere in corsia dei pazienti che si siano già sottoposti a trattamento di digiuno.

2^ fase (chetoacidosi in aumento)

Inizia dai 2-3 giorni di digiuno e continua fino ai 7-9 giorni. In questo periodo la sensazione di fame si attenua. Compaiono in bocca un odore di acetone ed un retrogusto metallico, la lingua è coperta da una patina bianco-grigiastra. Talvolta si osservano: normale debolezza, sonnolenza di giorno e rottura del sonno di notte, piú raramente nausea e vomito. Di solito la prima esperienza di digiuno è piú difficile. A questi pazienti si consiglia di limitare temporaneamente la propria attività fisica (sospendere i massaggi, piscina, fisioterapie), passare piú tempo all' aria aperta, bere acqua minerale alcalina. La perdita di peso giornaliera è 0,3-0,7 kg ed è causata dall' inizio della disgregazione attiva dei grassi. Si rileva una moderata bradicardia (48-60 battiti al minuto), la pressione sanguigna cala. Qualche paziente potrebbe subire un collasso ortostatico (sincope), in particolare chi è di solito ipotonico. I pazienti devono essere informati dell' importanza di alzarsi piano dal letto, devono evitare movimenti bruschi. Se la pressione sanguigna è notevolmente sotto gli 80/60 non è consigliabile continuare il digiuno.

I contenuti in basi tampone (che subcompensano l' acidosi metabolica), glucosio (moderata ipoglicemia), potassio ed urea diminuiscono. I livelli dei normali lipidi, colesterolo, creatinina, bilirubina indiretta, AlAT, AcAT, crescono. Il contenuto in corpi chetonici aumenta nelle urine e raggiunge il suo massimo al 7-9° giorno, che corrisponde al periodo della «crisi chetoacidosica». Dopo questa crisi la condizione dei pazienti migliora notevolmente.


3^ fase (chetoacidosi compensata)

Inizia intorno al 7-9° giorno e continua fino alla fine del digiuno (14-21 giorni). L' organismo dei pazienti si è completamente adattato alle condizioni di digiuno pieno. I sintomi delle malattie sono di solito significativamente ridotti o scompaiono del tutto. I contenuti in glucosio, colesterolo, potassio, urea, bilirubina, si normalizzano nel sangue. L' attività di AlAT e AcAT in aumento, non piú di 1,5-2 volte oltre la norma. Se l' aumento di AlAT, AcAT è un po' di piú, specialmente in combinazione con aumento della normale bilirubina, il digiuno medico dev' essere fermato.

La perdita di peso giornaliera gradualmente diminuisce, arrivando a 0,2-0,5 kg al giorno nella seconda metà del periodo di digiuno. I sintomi naturopatici di un digiuno medico corretto, a questo punto sono i seguenti: graduale ripulitura della lingua dalla sua patina fino alla radice, graduale scomparsa dello spiacevole odore dalla bocca, la sensazione di costante secchezza della bocca cambia in umidità. I criteri clinici del completamento del digiuno sono i seguenti:

  • comparsa della sensazione di fame e sogni sul mangiare;
  • totale ripulitura della lingua dalla patina;
  • assenza di masse di feci nell' acqua dopo i clisteri;
  • miglioramento dei sintomi clinici delle malattie.

 

 

 

PERIODO DI RIALIMENTAZIONE

 

Per chi abbia disturbi cardiovascolari, obesità, osteocondrite, è utile stare ad una dieta di succo, frutta e ortaggi.

Per chi ha disturbi dell' apparato digestivo, asma bronchiale, allergie della pelle, è consigliato l' utilizzo di una frugale dieta ipoallergenica. In caso di digiuno medico in situazione ambulatoriale, si può usare un' idonea variante della dieta di rialimentazione. I principi fondamentali della rialimentazione sono: assunzione di cibo frazionata, graduale allargamnento della dieta, esclusione del sale. Di norma, dopo l' assunzione di una piccola porzione di cibo i pazienti si sentono subito sazi, proprio per questo si raccomanda di prendere il cibo a piccole porzioni ogni 2-3 ore. In caso di sovralimentazione in questa fase si può osservare una sindrome da "sovraccarico di cibo". Si possono verificare: nausea, vomito, spiacevole sensazione in zona epi- e meso-gastrica. In questo caso è necessaria una lavanda gastrica insieme a un lassativo. In caso di "sovraccarico da cibo" spontaneo, si consiglia ai pazienti di astenersi da ogni cibo per un giorno. Dopo ciò, l' alimentazione riabilitativa continua secondo lo schema usuale.

In base all' esperienza clinica, si possono distinguere 3 periodi principali nella fase di rialimentazione:


1^ fase (periodo di astenia) dura per i primi 2-4 giorni

Sono comuni i seguenti sintomi: debolezza, instabilità emotiva, rapido affaticamento. Talvolta compare un senso di malessere o dolore epigastrico, dovuto a un appesantimento della motilità intestinale. I sintomi di un' aritmia cardiaca (extrasistole) si rilevano piú raramente. In questa  1^ fase della rialimentazione l' organismo passa dalla nutrizione endogena alla normale nutrizione esogena e questa transizione metabolica gli può risultare difficile. Per questo si prescrive ai pazienti il ricovero in reparto o confinamento a letto, ogni trattamento fisioterapeutico, massaggio, ginnastica e clistere di ripulitura dev' essere sospeso. A seconda del tipo di dieta, si dovranno prescrivere succhi di frutta o verdure (mela, pera, pesca, ecc.) diluiti a metà con acqua, oppure acqua di riso o di frumento, avena con acqua senza sale né zucchero (zuppa di grano saraceno, zuppa di riso e miglio). La massa corporea dei pazienti durante questa 1^ fase di rialimentazione continua a dimunuire. Nel terzo-quarto giorno di rialimentazione, compaiono feci isolate, altrimenti si prescriverà un clistere di pulizia.


2^ fase (riabilitazione intensiva)

La durata di questa fase dipende dalla durata del periodo di digiuno (di solito è 1/2 del periodo di digiuno). I pazienti notano un miglioramento della sensazione generale, compare l' appetito, la massa corporea aumenta. Tutta la biochimica del sangue si va normalizzando e l' acetone scompare dalle urine. Si devono eseguire gli esercizi (camminate, ginnastica). Dal 5-7° giorno i pazienti prendono farinata di grano saraceno, miglio o avena nel latte, purea di verdure, pane, burro, kefir, ricotta, noci, miele. Ogni piccolo bocconcino di cibo dev' essere accuratamente masticato. L' assunzione di carne, pesce, uova e funghi, come pure il sale, non sono consigliate. In questa fase si rileva di rado un edema sottocutaneo, innanzitutto sotto gli occhi. Questo capita per l' uso del sale comune, o prodotti che ne hanno un alto contenuto (aringa, pane scuro, formaggio, cetriolini, ecc). Si raccomanda di mantenere una dieta acloridica ed usare diuretici (infuso di foglie d' uva ursina, frutti di ginepro, foglie di mirtillo rosso, betulla, ecc.)


3^ fase (normalizzazione)

È caratterizzata dal ripristino di tutte le funzioni fisiologiche, stabilizzazione della massa corporea, transizione alla normale alimentazione.

La durata del periodo di rialimentazione è uguale alla durata del digiuno.

 

 
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